Lavorare nel settore dell’energia: nuove competenze e professionalità

04-06-2021 | STORIE

La rapida evoluzione del settore si riflette nelle nuove competenze ricercate dagli operatori: Mirko Brinoni di Safe illustra il cambiamento in atto e offre interessanti spunti per i giovani interessati a una carriera nella nostra industria

Lo sviluppo tecnologico e la digitalizzazione negli ultimi anni hanno avuto un impatto significativo anche nel settore energetico. La transizione verso un sistema più decarbonizzato e interconnesso ha modificato i modelli di business degli operatori, portando a una maggiore focalizzazione: se qualche anno fa i principali player del settore erano operatori “integrati verticalmente”, oggi la tendenza prevalente vede gli operatori sempre più orientati a presidiare un segmento della catena del valore. Questa evoluzione si riflette naturalmente anche nelle professioni e nelle mansioni del settore, con nuove figure che si affiancano alle funzioni più tradizionale e nuove competenze richieste ai team di lavoro, come ci racconta Mirko Brinoni, Responsabile Area Formazione presso SAFE – Risorse con Energia.

Attitudine digitale ma anche interdisciplinarietà

“La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale hanno e avranno anche in futuro un impatto molto profondo sull’industria energetica, come accade anche in altri settori. Pertanto oggi le organizzazioni ricercano nuove professionalità da inserire, come ad esempio Data Scientist e Data Analysts. Inoltre, le aziende stanno sviluppando programmi di reskilling e upskilling dedicati alle proprie risorse, con un focus su quelle maggiormente interessate dallo sviluppo tecnologico e dalla rivoluzione digitale”.

Accanto alla tendenza che spinge gli operatori a rafforzare le conoscenze tecniche e specialistiche, si assiste tuttavia anche alla ricerca di una maggiore interdisciplinarietà e ampiezza di competenze rispetto al passato. Anche ai professionisti delle funzioni più ‘tradizionali’, come ad esempio il Permitting o il Controlling, è chiesto di saper spaziare e gestire progetti complessi e di presidiare molteplici aspetti: economico-finanziari, organizzativi, amministrativi e tecnici. “

Oggi, per esempio, si ritiene che un ingegnere ambientale che operi in questo ambito, oltre ad avere conoscenze tecnico-economiche, debba essere in grado di gestire le relazioni con gli stakeholder e i rappresentanti delle comunità locali. Stanno riacquisendo buone performance formative e occupazionali i laureati in discipline scientifiche STEM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), tuttavia esistono profonde differenze a livello di genere che vedono le donne risentire di un più contenuto tasso di occupazione e retribuzioni inferiori rispetto agli uomini. puntualizza Brinoni.

Flessibilità e soft skills

Il mercato dell’energia è in continua evoluzione per questo la capacità di adattamento ai cambiamenti e al mutevole contesto sono tenute in grande considerazione dai datori di lavoro che operano in questo comparto. “In un contesto in continuo mutamento, come quello energetico, risulta sempre più importante – continua Brinoni – orientarsi verso un uso efficiente delle risorse, quelle energetico-ambientali come quelle finanziarie e non ultimo quelle umane. All’interno di tale complesso quadro d’insieme, le imprese energetiche stanno acquisendo un ruolo sempre più propositivo; diventa strategico il tema dello sviluppo del potenziale individuale e delle competenze distintive. Per poter affrontare questa evoluzione, è necessario sostenere, anche attraverso percorsi formativi, il valore di ogni singolo individuo, valore che diventa elemento fondamentale dei processi di creazione del vantaggio competitivo, del senso di appartenenza all’organizzazione e motore di ogni processo di miglioramento continuo”.

Si tratta di skills che devono far parte del bagaglio di chi si affaccia al mondo del lavoro, ma anche di chi ha una certa esperienza e occupa una posizione manageriale, come sottolinea il Responsabile dell’area Formazione di SAFE “Sviluppare e sostenere il talento dei singoli, allenare le competenze trasversali e comportamentali, fornire nuovi strumenti per lavorare efficacemente e promuovere la capacità di coordinarsi con gli altri e di comunicare in modo responsabile, rappresentano delle priorità per le organizzazioni che guardano lontano e desiderano capitalizzare il valore del proprio patrimonio intellettuale nel presente e nel futuro”.

Tra le realtà consapevoli dell’importanza cruciale di questo patrimonio per la crescita delle persone e della stessa organizzazione c’è EP Produzione, come conferma il Responsabile delle Risorse Umane Alberto Fantuzzo: “Le competenze trasversali, o soft skills, sono da sempre un punto fermo nella formazione dei nostri dipendenti, perché siamo convinti che siano ormai diventate un elemento fondamentale nell’attuale contesto lavorativo; per questo motivo offriamo un catalogo sempre aggiornato di corsi pensati appositamente per arricchire tutte quelle capacità che trascendono gli aspetti tecnici, come le competenze gestionali, comunicative e di leadership”.

Questa dinamica assume ancora maggiore importanza nel contesto attuale, in cui gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno avuto un impatto molto profondo sulle vite e sul modo di lavorare di tutti: “La Pandemia ha inoltre intensificato pesantemente l’adozione del lavoro a distanza in modo sistematico, che con ogni probabilità, continuerà a far parte del nostro quotidiano anche dopo l’emergenza sanitaria. I manager d’azienda saranno chiamati a guidare team, coinvolgendo positivamente ogni componente e mantenendo un alto livello di motivazione, anche e soprattutto in una situazione particolare come quella dello smart working” conclude Brinoni.