“EP ENERGIA E PASSIONE”: le persone di EP Produzione si raccontano

16-09-2021 | STORIE

Oggi parliamo con Ambrogio Visigalli, della Centrale di Tavazzano e Montanaso (LO)

“EP Energia e Passione” è la rubrica in cui i dipendenti di EP Produzione raccontano le proprie passioni e interessi personali, un’occasione per conoscerli meglio e valorizzare le loro competenze e impegno, sia in ambito professionale che privato.

1. Ambrogio, partiamo dalla tua passione per la fotografia, puoi raccontarci come è nata?

Questa passione è iniziata circa 40 anni fa, alla fine della scuola superiore. Durante le vacanze estive, con più tempo libero a disposizione, mi sono approcciato alla fotografia iniziando a studiarne la teoria sui libri di testo. Poi, quando ho iniziato a lavorare, con i primi guadagni ho acquistato delle macchine fotografiche usate per mettere in pratica ciò che avevo imparato.

Sentivo l’esigenza adolescenziale di voler comunicare, avevo provato anche con la scrittura ma ho capito subito che ero più portato per farlo attraverso le immagini. Per me la fotografia è principalmente una forma di comunicazione non verbale ed è sempre stata intrinsecamente una fonte di conoscenza, attraverso l’osservazione dei gesti e i comportamenti della persona ritratta o delle forme delle cose.

2. Quando hai iniziato a praticarla?

Ho iniziato con continuità quando, grazie al mio primo lavoro, ho potuto acquistare le prime macchine fotografiche, avendo inoltre la possibilità di utilizzare gratuitamente la camera oscura messa a disposizione dal CRAL dell’azienda. Nel 1982 è stato poi organizzato dal Comune di Tavazzano un corso di fotografia, grazie al quale è nato il Gruppo fotografico di Tavazzano, di cui sono il presidente già da diversi anni e che sta per festeggiare i suoi 40 anni di attività.
L’ULTIMO GIOSTRAIO

“Semplici giostre ai margini della festa di paese. La luce tenue del tramonto autunnale, la semplicità del campo di grano mietuto, le delicate nuvole e le giostre ignorate dai bambini d’oggi. Quali i pensieri del giostraio?”

3. Quali sono i risultati ottenuti di cui sei più fiero?

Con il Gruppo di cui faccio parte, abbiamo portato avanti anche diverse ricerche fotografiche che hanno prodotto documentazione di valore utilizzate anche dall’amministrazione comunale per i libri di storia locale. Questi sono i risultati di cui vado più fiero. Inoltre, mi appassiona molto realizzare documenti “audiovisivi” che mi permettono di trasmettere dei semplici messaggi e atmosfere, partendo dalle mie fotografie attraverso la scelta della musica ed il montaggio. Sono molto pignolo nello scegliere la colonna sonora adatta, i tempi dei passaggi da un’immagine all’altra sfruttando le variazioni sonore della musica, il tempo e tipo di dissolvenza.

4. Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare a praticare questa attività?

È fondamentale capire cosa si vuole comunicare o esprimere con la fotografia. Bisogna anche conoscere bene la macchina fotografica che si utilizza: l’abilità si ottiene solo con tanta pratica e sperimentando. È poi importante

imparare a essere oggettivi e a rimanere emotivamente distaccati per non farsi influenzare dal contesto, rischiando così di perdere elementi significativi. È utile, se non necessario, studiare ciò che è stato fatto da altri e prenderne ispirazione, dato che è difficile inventare un genere del tutto nuovo! Infine, bisogna avere un buon livello di cultura generale, dalla letteratura, alla pittura, alla musica, perché sono tutte componenti che contribuiscono a sviluppare un sentimento di sensibilità interiore, tutto questo permette di avere coscienza di ciò che si fotografa e di aiutare a comprendere il lavoro altrui.
TEMPO

“Alberi e rami caduti ai margini di un laghetto di montagna. Nella trasformazione operata dal tempo trovano una forma essenziale e lo sguardo segue la grafica. Il luogo ed il momento non hanno più importanza.”

5. Ci sono valori o competenze in condivisione con il tuo lavoro?

Sì. Quando mostro i lavori realizzati, cerco di comunicare contemporaneamente qualcosa di personale e di oggettivo, che riesca a coinvolgere lo spettatore e possa far nascere in lui il piacere della fotografia. Allo stesso modo, svolgo il mio lavoro con la consapevolezza di ciò che faccio, sapendo che, palesemente o inconsciamente, posso essere di esempio positivo o negativo per le persone con cui collaboro. Inoltre, l’impegno che si investe nella propria passione lo si può infondere anche nell’attività professionale, mettendo a disposizione le proprie capacità senza limitarsi solo alle proprie aree di pertinenza e alle proprie mansioni. Per fare un esempio, sfrutto la mia passione per le arti visive e il mio gusto estetico sviluppato con la fotografia anche quando mi viene richiesto di realizzare relazioni e presentazioni dei dati aziendali graficamente di impatto