“EP ENERGIA E PASSIONE”: le persone di EP Produzione si raccontano

30-11-2021 | STORIE

OGGI PARLIAMO CON SANDRO MAMBRIN, SEZIONE ESERCIZIO DELLA CENTRALE DI LIVORNO FERRARIS (VC), DELLA SUA PASSIONE PER LA COLTIVAZIONE IDROPONICA, OVVERO LA COLTIVAZIONE DI PIANTE FUORI SUOLO.

“EP Energia e Passione” è la rubrica in cui i dipendenti di EP Produzione raccontano le proprie passioni e interessi personali, un’occasione per conoscerli meglio e valorizzare le loro competenze e impegno, sia in ambito professionale che privato.

​​​1. Come è nata la tua passione per questa particolare attività?

Conoscevo a grandi linee la coltivazione idroponica, poi un amico mi ha descritto, con tanto entusiasmo, tutti i vantaggi di questo sistema, dalla facilità di costruzione a quella di gestione, alla sua sostenibilità ecologica, alla qualità dei prodotti. Questa sua passione mi ha contagiato e così ho iniziato a fare ricerche. Tramite YouTube ho visto molti video di impianti idroponici e ho deciso di provare a farne uno.

​​​2. Quando hai iniziato a praticarla?

Nell’inverno 2019 ho iniziato un progetto per una piccola serra che avevo in casa. Tra i vari modelli esistenti ne ho scelti due: uno a canaline, dove coltivare l’insalata, e uno a vasi, dove far crescere piante da frutto, come pomodori, peperoni e melanzane. Il concetto di coltivazione idroponica è piuttosto semplice, si fa un circuito chiuso dove ricircola l’acqua. Nelle canaline vengono posizionate le piantine in cestini forati, riempiti di palline d’argilla, con le radici che si estendono sul fondo della canalina, dove scorre un centimetro d’acqua. Nel serbatoio di raccolta c’è una piccola pompa che fa ricircolare costantemente e lentamente l’acqua.

​​​3. Quali sono i risultati ottenuti di cui sei più fiero?

L’installazione nella piccola serra ha dato subito ottimi risultati, così ho deciso di realizzarne una nuova che sfruttasse tutta la zona dell’orto. Ho quindi progettato e costruito una serra in legno di circa 45 m². La scelta più importante è stata l’acquisto di due centraline automatizzate, che possono essere gestite da remoto, che regolano i parametri degli impianti. La cosa che mi ha reso più fiero è stata ricevere complimenti da esperti di settore per la gestione e l’organizzazione degli spazi e il livello di automazione raggiunta. Questi risultati sono per me uno stimolo a fare sempre meglio.

​​​4. Cosa consiglieresti a chi vuole iniziare a praticare questa attività?

Informarsi a fondo sulla materia. Ci sono ottimi libri, anche in italiano, che spiegano il funzionamento e la gestione dei vari tipi di coltura idroponica. Prima di decidere che tipo di impianto costruire, valutare bene il tipo di serra e la sua esposizione al sole. Vedere i video di altri impianti auto costruiti è importante, anche perché è una materia relativamente giovane considerato che i primi risalgono agli anni ’60. Servono inoltre delle piccole basi di chimica, solo per integrare l’acqua con dosi di acido e fertilizzanti che mantengano i valori corretti e, dopo un po’ di esperienza, diventa tutto più semplice. Ho realizzato dei video delle mie coltivazioni e li ho pubblicati sul mio canale YouTube “Mambrin Verde Acqua” proprio per aiutare chi vuole approcciarsi all’idroponica.

5. Ci sono valori o competenze in condivisione con il tuo lavoro? Pensi che questo tipo di coltivazione possa avere un futuro su scala globale?

Sì, del resto la sfida di questo secolo è indubbiamente quella di diventare una società sostenibile ecologicamente e questo tipo di coltivazione potrà aiutare in tal senso. Il ciclo degli impianti idroponici, infatti, ha grandi vantaggi rispetto alle colture tradizionali: il consumo di acqua si riduce a un decimo, non si usano diserbanti ed insetticidi (quindi è biologico al 100%), si ottiene una più alta produzione per superficie e in meno tempo. Inoltre, si possono installare ovunque (stanno facendo dei test anche al Polo Sud e sulla stazione spaziale internazionale). Sono convinto che lo sviluppo di questo sistema di coltivazione porterà ad un miglioramento della nostra salute e darà una grossa mano a combattere il cambiamento climatico.