La manutenzione di una centrale elettrica richiede flessibilità e dinamicità

16-06-2022 | STORIE

Una centrale termoelettrica è un impianto complesso, che deve essere mantenuto in condizioni operative ottimali per garantire la sicurezza delle persone e dell’ambiente oltre ad assicurare la fornitura di energia al sistema elettrico nazionale. Abbiamo chiesto ad Alessandro Lovotti, capo sezione manutenzione della centrale di Ostiglia di ep produzione, di raccontare la sua esperienza professionale in azienda e l’evoluzione della sua funzione.

L’ESPERIENZA PROFESSIONALE E L’EVOLUZIONE DEL RUOLO NEGLI ANNI

Com’è iniziato il tuo percorso professionale in azienda? 

Mi sono laureato in Ingegneria Meccanica, con specializzazione in Energia, presso l’Università di Roma Tre. Dopo un’esperienza di studio e lavoro negli Stati Uniti sono entrato in azienda nel 2011 e ho seguito un percorso di training on the job negli anni successivi, presso le Centrali di Tavazzano e di Fiume Santo. Ho lavorato in impianto a fianco degli assistenti di manutenzione dei diversi reparti: elettrostrumentale, meccanico, programmazione e logistica. Ho fatto anche un’esperienza di sei mesi nella Sezione Esercizio, lavorando su turni, anche di notte. Dopo questo percorso, ho assunto responsabilità pian piano crescenti; nel 2015 ho ricoperto il ruolo di Site Manager del cantiere per l’ammodernamento, in linguaggio tecnico revamping, dell’impianto di desolforazione dell’Unità 3 di Fiume Santo. Dal 2016 sono stato Capo Sezione Manutenzione della Centrale di Livorno Ferraris e dallo scorso aprile ricopro lo stesso ruolo nella Centrale di Ostiglia.

Com’ è cambiato nel tempo il ruolo della manutenzione e del Capo Sezione Manutenzione negli impianti? 

Già al momento del mio ingresso in azienda, molte delle attività operative di manutenzione erano state esternalizzate a ditte in appalto, analogamente a quanto avvenuto in molti altri settori industriali, in virtù della maggiore flessibilità che questa formula garantisce. Alle nostre risorse interne, a cui è affidata la gestione complessiva della manutenzione, negli anni è stata richiesta una sempre maggior competenza nella gestione dei contratti, nella conoscenza delle leggi e delle normative applicabili al nostro settore, oltre che una particolare attenzione alle tematiche di sicurezza e ambiente. Basti pensare alle nuove Autorizzazioni Integrate Ambientali, che prevedono una serie di adempimenti e prescrizioni portati avanti anche dalla Sezione Manutenzione. C’è stata inoltre un’evoluzione degli impianti, anche dal punto di vista tecnologico e digitale.

OGNI IMPIANTO È DIFFERENTE

Quali differenze hai riscontrato lavorando in Centrali diverse? 

In primis ho constatato come le differenze tecnologiche e le specificità impiantistiche influenzano notevolmente la struttura organizzativa degli impianti. Da questo punto di vista la Centrale di Fiume Santo è sicuramente la più complessa tra quelle in cui ho lavorato. Questo perché è un impianto alimentato a carbone, combustibile più complicato da gestire e per le peculiarità che scaturiscono dal fatto che il sito si trovi su un’isola.

In compenso Livorno Ferraris, dove ho svolto per la prima volta il ruolo di CSM, ha delle complessità specifiche, dovute al fatto che è un impianto a ciclo combinato più moderno e green field, con una struttura organizzative molto snella, dove il CSM ha un ruolo più operativo, anche rispetto agli altri impianti brown field come Tavazzano e Ostiglia.

FERMARE LE MACCHINE

Come si effettua una fermata di manutenzione?

L’organizzazione delle più complesse fermate di manutenzione, per l’esecuzione di lavorazioni che non possono essere eseguite con la Centrale in servizio, comincia con un anno di anticipo. Bisogna infatti programmare tanti aspetti: la lista delle attività da effettuare, i contratti da siglare, i ricambi da reperire, il budget da stanziare, i rischi HSE da mitigare. Per quanto possa essere precisa la programmazione preliminare, una volta che la fermata è in corso esistono molto spesso delle incognite che implicano interventi non prevedibili, quindi sono essenziali flessibilità e dinamicità. Altro passaggio particolarmente delicato è l’organizzazione del riavviamento dell’impianto dopo la fermata, un lavoro che portiamo avanti in stretta collaborazione con la Sezione Esercizio.

Anche la pandemia da COVID-19 e in particolar modo il periodo di lockdown, hanno comportato profondi cambiamenti all’organizzazione di una fermata, rendendo necessario lo svolgimento delle attività in maniera diversa: ad esempio abbiamo dovuto organizzare una piattaforma online per l’esecuzione dell’induction da remoto, non potendo più riunire molti lavoratori contemporaneamente in aula, abbiamo poi richiesto alle ditte di organizzarsi con dei container ad uso uffici, sale riunioni, mensa e servizi igienici. Tutto ciò ha reso necessario una programmazione di dettaglio dell’utilizzo delle aree di Centrale a disposizione.  Inoltre, in collaborazione con la funzione HSE, abbiamo portato avanti il monitoraggio quotidiano delle positività e gestito le assenze del personale in quarantena, garantendo la continuità del servizio.

“Per quanto possa essere precisa la programmazione preliminare, una volta che la fermata è in corso esistono sempre delle incognite che implicano interventi non prevedibili; quindi, sono essenziali flessibilità e dinamicità”

Alessandro Lovotti, Capo Sezione Manutenzione della Centrale di Ostiglia (MN) di EP Produzione

 

I CONSIGLI PER LE NUOVE GENERAZIONI

Quale percorso formativo deve seguire un giovane oggi per imparare il tuo mestiere?

Suggerisco di compiere un percorso di studi in Ingegneria, e di fare un’esperienza all’estero per imparare bene la lingua inglese. È poi necessaria una formazione in impianto, con un percorso dai tre ai cinque anni nei reparti manutentivi. In questo periodo è importante munirsi di grande umiltà per apprendere il più possibile dai tecnici altamente specializzati che già lavorano all’interno delle Centrali.

Oltre a questo, servono una grande curiosità e passione. L’aspetto più bello di questo lavoro è la concretezza: ciò che programmiamo e progettiamo viene poi realizzato in Centrale.